Le immagini riprese dai video e dalle TV di alcune decine di migranti che il 2/8 sulla banchina di Porto Empedocle, infrangendo i vetri del pulmann-prigione, che li doveva deportare presso un lager, ne' albergo ne' prigione come lo definiva l�esimio Enzo Bianco, fuggono verso la liberta' conquistata, e' forse la piu' bella ed emozionante rappresentazione degli eventi, che abbiamo contribuito a determinare nel corso del campeggio nazionale di lotta per i diritti dei migranti. <continua...> Se fosse solo per questi fatti il bilancio del campeggio, promosso dalla RAS, non potrebbe che essere positivo. Diritto alla fuga, diritto alla vita; fuggire da un lager non e' reato, liberta' per l�immigrato, si sono trasformati da slogans militanti in atti concreti, praticati ed autogestiti da un collettivo di soggetti, vittime ed attivisti sociali, complici espliciti di violazione delle leggi liberticide. Gia' con la Cap Anamur, l�estate scorsa, si e' assistito all�aggravarsi delle pratiche e degli atteggiamenti repressivi verso i migranti, ma anche contro chi si oppone a tutto questo (cariche davanti al CPT di Agrigento, perquisizioni a Caltanissetta...). Il campeggio e' stato pensato perche' ci fosse uno scambio di contenuti e pratiche con altri soggetti dei movimenti antirazzisti italiani, nell�ambito del percorso tracciato a Bari il 10 luglio, pur venendo da percorsi indipendenti ed esperienze pluriennali di lotta in Sicilia; abbiamo iniziato a sperimentare una pratica orizzontale nelle discussioni e nelle decisioni con pari dignita' per tutte le soggettivita' per contribuire anche alla ricostruzione di un unico movimento nazionale in grado di valorizzare la ricchezza delle differenze. La Sicilia, in quanto frontiera sud della fortezza Europa, non e' solo una questione locale, ma soprattutto euromediterranea. La politica liberticida della sicurezza, legittimata dallo spauracchio dell�attentatore islamico, completa il quadro della guerra di civilta' e del progressivo azzeramento dei diritti sociali ed umani, di cui i principali capri espiatori sono i migranti. Viviamo in un�epoca in cui, come sosteneva Sepulveda parlando di Che Guevara, le parole non si incontrano mai con i fatti e, quando si incontrano, non si salutano, perche' non si conoscono. Eppure e' questa la scommessa politica: rompere con un pensiero conformista e legalitario. essere dove le cose accadono non e' uno slogan e noi lo abbiamo dimostrato con i fatti, non con le chiacchiere. Questa estate ha mostrato anche quanta strada c�e' da fare per conquistare consenso fra gli strati popolari spesso purtroppo i piu' ostili verso i migranti. Va tracciato comunque un bilancio positivo:
Rilanciamo le proposte di Bari:
E proponiamo di:
Campeggio Nazionale Antirazzista di Licata Rete Antirazzista Siciliana |